Nel mondo dei trasporti e della distribuzione merci c’è una categoria che mai come nel corso di quest’anno ha ottenuto profitti esorbitanti (stimati, secondo Drewry, in 150 miliardi di dollari per l’intero 2021) e che sta già investendo per ottenere integrazioni verticali e aumentare il proprio market share nell’ampio mondo della logistica. I soggetti in questione sono gli armatori, e più precisamente le compagnie di navigazione attive nel trasporto marittimo containerizzato di linea. L’ultimo esempio in ordine cronologico è stato quello del gruppo francese Cma Cgm che ha annunciato di avere acquisito l’attività dell’area «Commerce & lifecycle services» della statunitense Ingram Micro per un importo pari a 3 miliardi di dollari. I business rilevati, che riguardano in particolare servizi di contract logistic per l’e-commerce, genereranno nel 2021 ricavi per 1,7 miliardi, e andranno a integrarsi con le attività della controllata Ceva Logistics (colosso della logistica conto terzi a sua volta rilevata pochi anni fa dal vettore marittimo francese). Al completamento dell’operazione (attesa entro il primo semestre del 2022 e soggetta al via libera delle autorità competenti) questa diventerà così un colosso con 90 mila dipendenti dislocati in 1.100 siti in 160 Paesi del mondo.
Nell’operazione, finanziata da Cma Cgm con risorse proprie sono incluse la piattaforma Shipwire e il business di Ingram Micro Cls in Nord America, Europa, America Latina e Asia Pacifica, per un totale di 59 magazzini e 11.500 addetti. In particolare Cls porterà in dote a Ceva competenze nel segmento e-commerce, in particolare nei mercati tecnologia, retail e fashion, e in attività come reverse logistic e consegne same-day. Questi diversi esempi di progressiva integrazione verticale e orizzontale nei vari business della logistica è comune anche ad altri operatori di mercato perché negli ultimi anni anche altri top player come Maersk e Msc (ma non solo loro) hanno progressivamente investito per gestire direttamente terminal portuali, società di rimorchio, aziende di logistica, di spedizioni, autotrasporto, inland terminal, treni e camion. Nel frattempo anche i terminalisti portuali non stanno a guardare. Psa International, uno dei maggiori player a livello mondiale attivo anche in Italia nei porti di Genova e di Marghera, la scorsa settimana ha annunciato l’acquisizione di Bdp International, società statunitense che offre soluzioni logistiche al servizio in particolare dei settori chimico, industriale, dell’healthcare e del retail. L’accordo ha evidentemente una portata globale perché la Psa di Singapore è presente con i suoi oltre 60 terminal (portuali e retroportuali) in 26 paesi del mondo e Bdp ha 133 uffici sparsi per il globo. L’intesa coinvolge direttamente anche l’Italia dove opera Bdp Italia, società di spedizioni con sede a Segrate (Milano) che nel 2020 aveva generato ricavi per 35 milioni di euro, un margine operativo lordo di 1,7 milioni e un utile netto di oltre 1,1 milioni di euro. Bdp Italia al 31 dicembre 2020 occupava 38 persone, di cui 31 impiegati. Nel suo ultimo bilancio scriveva che per il 2021 la previsione è di realizzare un volume d’affari e un risultato economico in linea con quelli del 2020 ma al 30 aprile scorso i ricavi risultavano già in crescita del 14% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
(Fonte: Milano Finanza)