Come creare il business plan perfetto – parte 7 Finanza aziendale

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Feb 28, 2020

Sia in occasione dell’avvio di nuove iniziative sia nel caso di sviluppo di business già esistenti, una delle regole fondamentali da tenere presente è che c’è sempre la necessità di un notevole fabbisogno di capitale.

Le uscite di danaro infatti sono derivanti sia dalla gestione corrente sia dai flussi generati dallo sviluppo dei nuovi investimenti. E’ assolutamente importante a questo proposito, tenere costantemente monitorato il ciclo del circolante. Per circolante si intende nella sua accezione finanziaria il complesso delle dilazioni concesse ai clienti e le politiche di magazzino. Proprio l’ampliamento o il restringimento di queste voci generano un effetto denominato spugna che va ad assorbire oppure a rilasciare liquidità. Proprio la previsione attraverso il business plan di queste voci consente di portare avanti l’attività in modo corretto senza dovervi rinunciare per mancanza di liquidità. Spesso su imprese nostre clienti interveniamo cercando di monitorare costantemente queste variabili intervenendo nel caso in cui dall’analisi degli scostamenti si verifichino delle problematiche di elevato assorbimento della liquidità aziendale.

Spesso una delle problematiche che riscontriamo più spesso è relativa alla conflittualità tra funzione finanziaria e funzione
commerciale sulle dilazioni di pagamento concesse ai fornitori. E’ assolutamente fondamentale riuscire a creare il giusto mix tra la volontà di garantire una buona base di clientela grazie ad offerte commerciali convenienti, e la funzione finanziaria che deve essere sempre salvaguardata cercando di garantire una buona base di liquidità per l’operatività aziendale.

Uno dei consigli più importanti che possiamo fornire a chi sviluppa un nuovo business o intende portarne avanti uno già esistente, è il monitoraggio continuo e sistematico del volume e della tempistica attesa dei flussi finanziari. Per ridurre questo volume è necessario agire costantemente sul contenimento degli investimenti e sulla riduzione dei costi fissi. E’ necessario per fare ciò privilegiare il più possibile i costi di natura variabile.

Un buon business plan deve ricomprendere degli indicatori di liquidità che possano fornire delle informazioni sulla capacità di autofinanziamento sulla posizione finanziaria del ciclo commerciale. Un altro strumento da prevedere è legato a metodi di valutazione del credito del progetto. Uno dei limiti di questi strumenti è però purtroppo dato dalla troppo elevata staticità del modello che scatta una fotografia in un dato momento ma non riesce ad essere flessibile.

Per garantire il massimo monitoraggio dell’investimento e in generale della funzione finanza aziendale è quindi necessario associare anche ulteriori strumenti:
– Il budget di tesoreria (cash flow)
– Break even finanziario (pay back period)

Rischio economico

Il rischio economico spesso viene erroneamente confuso con il grado di attrattività di un prodotto o di un servizio sul mercato. Il rischio economico è invece dato dalla capacità del prodotto/servizio di generare reddito. Consideriamo quindi questa voce con il termine di margine economico.

In linea generale più pesante è la struttura dei costi, minore sarà la flessibilità e anche la capacità di adattamento dell’impresa alle mutate condizioni di mercato.

L’indicatore fondamentale per misurare il rischio economico è il break even operativo (break even delle vendite). Sostanzialmente si tratta del punto di pareggio tra costi e ricavi totali.

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